Prima una scuola bacchettona, - nel senso proprio di "dotata di bacchetta" - poi un'educazione piuttosto pomposa e deferente verso le "Grandi Realtà della Vita " , hanno condizionato per lungo tempo tanto il mio modo di vivere e pensare che il mio modo di scrivere, in particolare nell'utilizzo abusato delle MAIUSCOLE, perché, come per l'educazione e la pazienza, "la reverenza non è mai troppa!".
L'anarchia post-adolescenziale ha poi tentato, per mia fortuna, di rimettere in discussione il tutto, rivoluzionando e relativizzando in forma estrema le regole grammaticali e conferendomi il diritto di poter scrivere come se pensassi - con naturalezza, ritenevo - incorrendo però, così, in un nuovo eccesso e in non so quante licenze sintattico-grammaticali. Se mi avessero dato il classico cent per ogni maiuscola di troppo, oggi probabilmente potrei acquistare anch'io una mezza dozzina di alberghi in Africa!
L'età adulta, oltre a togliermi ogni certezza sulle mie reali possibilità di investimento , ha collimato in una felice riappropriazione di virgole, parentesi e - tanti, tanti - punti interrogativi che si erano nel frattempo disposti a casaccio per la via. Smesse le certezze giovanili in tempo massimo e, per fortuna, non ancora incorso nelle eccessive titubanze senili, eccomi dunque al meglio delle mie possibilità per tentare di chiarire, in primis a me stesso, cosa dica, esattamente, la Grammatica sulla - talvolta imbarazzante - questione delle lettere maiuscole e minuscole.
Questo particolare aspetto della grammatica italiana ha una sua sostanziale valenza, al punto che vi sono casi nei quali una maiuscola o una minuscola fanno la differenza, imponendo magari un senso diverso a parte di una frase:
(1) |
Tanto per partire con ottimismo, poche sono le cose certe!
Vediamone alcune.
La maiuscola va sempre utilizzata nei seguenti casi:
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E così, tanto per proseguire con del sano ottimismo, diciamo subito che in tutti gli altri casi - innumerevoli - le regole e le convenzioni non sono del tutto chiare, univoche e stabilite.
Conviene procedere per casi e sempre attenendosi al poco che è chiaro e stabilito (2) : i nomi comuni vanno scritti in minuscolo, quelli propri in maiuscolo.Mi dispiace però annunciarvi subito una breve interruzione di ottimismo...
Vi sono dei nomi che sarebbero comuni in certi contesti ma diventano propri in altri, che fare? Alla stessa maniera, vi sono nomi che da propri passano a comuni. Come regolarsi?
(3) |
Come dicevo, esiste anche il caso contrario: Dio.
La parola Dio, riferita all'Essere supremo, si scrive in maiuscolo in ogni contesto, tranne quando si riferisca a divinità pagane: in tal caso acquisisce anche numero (gli dèi dell'Olimpo) e genere ( il dio Pan, la dea Minerva).
I nomi dei pianeti e delle stelle meritano a pieno titolo la maiuscola : il Sole, la Terra, la Luna... tranne se inseriti in contesti non scientifici
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Tuttavia vi sono delle considerazioni da fare a riguardo, a cominciare dal maiuscolo reverenziale che è una specie di concessione alla gentilezza e alla formalità: si utilizza soprattutto nelle lettere formali e nel linguaggio burocratico. Sapete, quel genere di cose che iniziano con tante maiuscole, tipo : Egregio Signor Caio...
A parte questo, la maiuscola è necessaria quando il titolo indica la persona stessa: Il Papa ha messo al muro i cardinali ; il Re ha dichiarato guerra al Pianeta...
Per fortuna, in tutto questo imperio di norme formali, esiste ancora la possibilità di sottrarsi, in un certo grado, a queste ingiunzioni: se sono ateo per me Dio diventa dio; se ritengo inalienabile il diritto di uguaglianza, Presidente lo posso scrivere in minuscolo...
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Il poco che ho scritto, abbastanza leggermente, a riguardo di queste piccole questione di ortografia, non dovrebbero essere considerate nozioni esaustive: per spunti di riflessione più ampi vi rimando QUI.
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