Mi manchi
Le mie letture
"Sono nato a Pianaccio tanto tempo fa, il 9 agosto 1920. Per la cronaca a mezzogiorno, almeno così ha sempre raccontato mia madre, e mio padre, in un eccesso di orgoglio per aver avuto il primo primogenito maschio, si affacciò alla finestra che dava sulla strada per mostrare il neonato. La mia famiglia era stata benestante, ma quando io nacqui delle fortune di una volta non era rimasto niente: il babbo faceva l'operaio a Bologna, vicecapomagazziniere allo zuccherificio, tornava ogni tanto e io stavo a Ca' d' Babon con la mamma e il nonno Marco.
Sono stati, quelli dell'infanzia, anni felici. Il nonno Marco mi raccontava le storie di quando andava a fare il carbone in Sardegna e mi parlava dei tempi in cui a Pianaccio capitavano i briganti, scappavano dallo Stato Pontificio per andare a cercare rifugio verso Modena o verso Pistoia. Alloggiavano alla locanda dell'Olimpia, avevano barbe nere e lo sguardo di chi ha la febbre, mangiavano senza alzare gli occhi dal piatto.
Le storie del nonno forse erano vere o forse erano romanzate, mi affascinavano molto, una era ricorrente: " Una notte capitò un giovane biondo, che i gendarmi cercavano, aveva tentato di rapire una monaca dal convento di clausura della Beata Imelde, ma era stato scoperto e per fuggire da Bologna aveva ammazzato una sentinella al Cassero di Porta Saragozza. Lo presero, sfinito, in una capanna di boscaioli, verso i bagnadori. Una spiata. Lo riportarono indietro legato. Raccontava quello che era accaduto senza emozione. "Dovevo difendermi" disse. "Lei era d'accordo, ma adesso chi sa dove la manderanno". Lo impiccarono a Vergato, al balcone del municipio."
tratto da
"Era Ieri"
di
Enzo Biagi
(a cura di Loris Mazzetti)