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Il tempo che vorrei

" Sono figlio di un padre mai nato. L'ho capito osservando la sua vita. Da che ho memoria non ricordo di aver mai visto il piacere nei suoi occhi: poche soddisfazioni, forse nessuna gioia.
Questo mi ha sempre impedito di godere pienamente della mia, di vita. Come può infatti un figlio vivere la propria se il padre non ha vissuto la sua? Qualcuno ci riesce, ma è comunque faticoso. E' un'officina di sensi di colpa che lavora a pieno ritmo.
Mio padre ha sessantasette anni, è magro e ha i capelli grigi. E' sempre stato un uomo pieno di forza, un lavoratore. Ora però è affaticato, stanco, invecchiato. E' stato deluso dalla vita. Così deluso che quando ne parla spesso si ripete. Vederlo in questa condizione scatena in me un forte senso di protezione. Mi intenerisce, mi dispiace, vorrei fare qualcosa per lui, vorrei aiutarlo in qualche modo. E mi sento male perché mi sembra di non fare mai abbastanza, di non essere mai abbastanza.
Spesso, soprattutto negli ultimi anni, lo osservo di nascosto. Lo guardo con attenzione e solitamente finisce che mi commuovo senza ragione valida, se non per quel groviglio interiore che provo da sempre e che mi tiene legato a lui.
Abbiamo avuto una relazione difficile e il nostro è quel tipo di amore che solamente chi ha avuto il coraggio di odiarsi può conoscere. Quell'amore vero, guadagnato, sudato, cercato, lottato.
Per imparare ad amarlo ho dovuto fare il giro del mondo. E più mi allontanavo da lui, più in realtà mi stavo avvicinando. Il mondo è tondo. "

Il tempo che vorrei
di
Fabio Volo

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E' troppo presto per esprimere impressioni e pareri su questo libro ... direi che prima è meglio leggerlo per intero. Tuttavia, mi fido molto delle prime impressioni in fatto di libri e questo "incipit" , con l'intero suo seguito, mi è piaciuto: è snello, veloce e a tratti sorprendente.
Persino veritiero.

- buona serata -
:-)

Il cacciatore di aquiloni

Uno

Dicembre 2011

Sono diventato la persona che sono oggi all'età di dodici anni, in una gelida giornata invernale del 1975. Ricordo il momento preciso: ero accovacciato dietro un muro di argilla mezzo diroccato e sbirciavo di nascosto nel vicolo lungo il torrente ghiacciato. E' stato tanto tempo fa. Ma non è vero, come dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente. Sono ventisei anni che sbircio di nascosto in quel vicolo deserto. Oggi me ne rendo conto.
Nell'estate del 2011 mi telefonò dal Pakistan il mio amico Rahim Khan. Mi chiese di andarlo a trovare. In piedi in cucina, il ricevirore incollato all'orecchio, sapevo che in linea non c'era solo Rahim Khan. C'era anche il mio passato di peccati non espiati. Dopo la telefonata andai a fare una passeggiata intorno al lago Spreckels. Il sole scintillava sull'acqua dove dozzine di barche in miniatura navigavano sospinte da ua brezza frizzante. In cielo due aquiloni rossi con lunghe code azzurre volavano sopra i mulini a vento, fianco a fianco, come occhi che osservassero dall'alto San Francisco, la mia città d'adozione. Improvvisamente sentii la voce di Hassan che mi sussurrava : Per te qualsiasi cosa . Hassan, il cacciatore di aquiloni.
Seduto su una panchina all'ombra di un salice mi tornò in mente una frase che Rahim Khan aveva detto poco prima di riattaccare, quasi un ripensamento. Esiste un modo per tornare a essere buoni. Alzai gli occhi verso i due aquiloni. Pensai ad Hassan. A Baba e ad Ali. A Kabul. Pensai alla mia vita fino a quell'inverno del 1975. Quando tutto era cambiato. E io ero diventato la persona che sono oggi.

Due

Da bambino Hassan e io ci arrampicavamo su uno dei pioppi lungo il vialetto che portava a casa mia e da lassù infastidivamo i vicini riflettendo la luce del sole in un frammento di specchio. Ci sedevamo uno di fornte all'altro su un ramo, le gambe nude a pensoloni, e mangiavamo more di gelso e castagne di cui avevamo sempre le tasche piene. Usavamo il frammento di specchio a turno, ci tiravamo le more e ridevamo come matti. Vedo ancora i raggi di sole che filtravano attraverso il fogliame illuminando il viso di Hassan : perfettamente tondo, come quello di una bambola cinese di legno, con il naso largo e piatto, gli occhi a mandorla, stretti come una foglia di bambù, giallo oro, verdi o azzurri come zaffiri a seconda della luce. Ricordo le piccole orecchie dall'attaccatura bassa e il mento appuntito, che sembrava un'appendice carnosa, aggiunta al viso in un secondo momento. E quel labbro spezzato, un errore del fabbricante di bambole, cui forse era sfuggito lo scalpello, per stanchezza o disattenzione.
talvolta, mente ce ne stavamo nascosti sugli alberi, proponevo ad Hassan di estrarre la sua fionda e mitragliare di castagne il pastore tedesco del nostro vicino. Lui non voleva mai, ma se io glielo chiedevo, glielo chiedevo veramente , cedeva. Non mi avrebbe mai rifiutato nulla. E la sua fionda era infallibile.

Il cacciatore di aquiloni
di
Khaled Hosseini

- - -

Mi sono scelto sempre da me i libri da leggere.
Molti, l'ultimo ("difficile") pochi giorni fa, li ho ricevuti in regalo e li ho letti poi, appena possibile, avendo io, stranamente, sempre sottomano un libro da consultare, da finire, da iniziare o da riprendere perché, per qualche motivo, l'intesa inciampò un bel giorno in qualcosa e divenne incomprensione.

Insomma, la regola generale è quella: nei libri ci inciampo da me.
Li cerco, li sfoglio, li frequento un pò e per un pò ci ritroviamo in libreria: stesso scaffale, stessa ora, diverso stato d'animo.
Se nasce nel frattempo qualcosa tra noi, allora passo alla cassa.

Questa consuetudine, stranamente, assomiglia sempre più a quella regola sociale alla quale si sottoponevano i giovanotti che ambivano all'affetto esclusivo dell'amata, ai quali toccava in dote , sic et simpliciter, il dovere di passare a discutere con il padre della di lei o, peggio, con la di lei madre, delle questioni non tanto affettive ma pecuniarie e finanziarie.
Far di conto in amore è una cosa sempre istruttiva ... purché non risulti poi "distruttiva" e penalizzante!

Qualcosa del genere accade in libreria tra me e i libri.

E quando l'incontro non avviene in libreria... allora assomiglia a certi fidanzamenti "per interposta persona". Non sempre felici ma nemmeno necessariamente infelici.

Questo libro, in effetti, potrebbe definirsi come un innesco amoroso dovuto ad interposta persona.
E se la persona è Davide... si fa presto a rendersi disponibile per una veloce lettura di 390 pagine!

Il problema è che si è scelto un libricino....
E non è strano che il libro  non abbia da subito catturato il suo interesse.
E' pur sempre un "volumone" e lo stile narrativo non è proprio da "prime letture".
Per cui ... il libro lo leggerò io e a lui sottoporrò alcuni passaggi interessanti e di facile comprensione.

E' un pò quello che fanno certi animali che adesso non ricordo: elaborano il cibo per poi passarlo, secondariamente, alla prole.
Lo so, detta così la cosa risulta un tantino ripugnante!
Ma se ci pensiamo bene è di una bellezza assoluta, è quasi il massimo dell'abnegazione costringersi ad un lavoro i cui frutti non sono destinati a noi ma ad altri.
E' come dire " se vivi tu poco conta che io sopravviva".

Non volendo entrare in profonde analisi masticatorie, mi limito a dire che sono ben felice di dedicare parte dei miei prossimi quindici giorni alla lettura di questo bel libro. Per vari motivi.
Alcuni dei quali chi mi conosce un pò potrà sicuramente individuare, ma non meno perché un libro arricchisce tutti: io lo mastico per te, lo elaboro per te, lo assumo temporaneamente per te e poi lo passo a te.
Ma alla fine scopriremo che entrambi abbiamo imparato, entrambi siamo cresciuti e migliorati.
Chi per scelta, chi per "dovere", chi per piacere ... ma, in ogni caso, il libro è stata la strada che abbiamo percorso assieme, seppure per soli quindici giorni.
E fare la strada assieme è sempre un bel rimedio: avvicina e rende amici.
Lo consiglio a tutti i viandanti in ascolto!
:-)
- - - - -



Il tuo compleanno ...

 " Rae, cara! Grazie per avermi invitato per il tuo compleanno!
La tua casa è distante mille miglia dalla mia,
e io son uno che si mette in viaggio solo quando ne vale la pena. 
Ebbene, ne val proprio la pena, se si tratta di prender parte alla tua festa
Non vedo l'ora d'essere da te!

 Il mio viaggio è cominciato dentro il cuore di un piccolo uccello, un colibrì, che conoscemmo insieme, io e te, tanto tempo fa.
Lo trovai cordiale come sempre, anche stavolta.
E tuttavia - quando gli dissi che la piccola Rae stava crescendo e che io stavo andando alla festa per il suo compleanno con un regalo - lui rimase perplesso.
Per un pezzo badammo a volare in silenzio,
e alla fine lui mi disse:
"Ci capisco ben poco, in quel che dici, ma men che mai capisco come mai tu ci vada, a questa festa".

...

" Può forse una distanza materiale separarci davvero dagli amici?"
...
Lui pure (Gufo,ndr) restò zitto per un pezzo, seguitando a volare.
Ma quando mi ebbe condotto sano e salvo a casa dell'aquila, così mi parlò:
"Ci capisco ben poco in quel che dici, ma men che mai capisco perché la chiami piccola, la tua amica"

... 

Rae, questo é l'ultimo anniversario che festeggio con te in modo speciale.
...

Ho imparato che non posso venire da te, perché già ti sono accanto.
Tu non sei piccola, perché già sei cresciuta: sei grande e giochi con il tempo e la vita - come tutti facciamo - per il gusto di vivere.
...

Vola libera e felice, al di là dei compleanni, in un tempo senza fine, nel persempre.
Di tanto in tanto noi c'incontreremo - quando ci piacerà - 
nel bel mezzo dell'unica festa che non può mai finire. "

di Richard Bach
"Nessun luogo è lontano"

- - - - -

Ho cercato di adattare meglio che potevo questo piccolo e poetico viaggio intrapreso per il compleanno di Rae agli spazi e (e ai diritti!!!) detenuti  da questo modesto e ispido blog.
Il viaggio, che si compie nel cuore prima di un colibrì e poi, via via, in quello di Gufo, Aquila, Falco... e che porta infine alla casa di Rae insegna a noi tutti, viaggiatori in qualsiasi forma e maniera, che le mete importanti non hanno bisogno di troppe parole e che a chi vuoi bene veramente puoi regalare un anello invisibile che gli permetta di alzarsi in volo, lontano quanto vuole dalle brutture del mondo: dentro il cuore di un colibrì  ... perché, poi...

"Quando avrai voglia di tornar giù di nuovo,
vedrai, 
tutte le tue domande avranno risposta
e tutte le tue ansie
si saranno dileguate "

- - -

Alla Rae che è nel cuore di ciascuno di noi,
e per la quale riusciamo a intraprendere 
viaggi ostili e a superare maree avverse.