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Cara maestra, gentile insegnante...

Per fortuna la scuola chiude per un attimo i battenti!
Non dovrei dirlo, ma ho come l'impressione che questa scuola, disorientata da continue, discutibili e vane riforme, abbia perso di vista la sua specifica missione: educare.

Quando in una frase cambia il verbo... cambia un po'- in un certo senso - anche il soggetto e, senza dubbio, cambiano il senso e le azioni che la frase vorrebbe esprimere.
E' una grammatica interiore che non ha testi ufficiali, ma possiamo capirla insieme, volendo.




Se educo qualcuno, o se vengo a mia volta educato da qualcuno o da qualche esperienza fatta, non faccio altro che ex-ducere, portare fuori , oppure, a mia volta, vengo ex-ductus (come edotto: divengo quindi istruito, informato, consapevole, conscio...)

Ci sono giornate che non puoi restare dentro! 
Ce le avete presenti certe giornate?
Cadono le prime foglie di autunno, la neve imbianca le colline, le prime rondini tornano in primavera... come fai a restare dentro, al chiuso, da solo?!
Le foglie, la neve, le rondini ... tutto viene a dirti "coraggio, vieni con noi, stai qui, sentiti parte di tutto questo miracolo! Vieni fuori! Contribuisci a questo miracolo con la tua presenza, la tua sensibilità, la tua intelligenza, il sorriso che hai !"

Quando educo ( o quando qualcosa mi rende edotto) io parlo al cuore.
Oppure è qualcuno o qualcosa che parla al mio di cuore!
Le orecchie ascoltano, ma quanto sono sorde se non è il cuore a essere interpellato.
Se vuoi educare e far crescere... occorre che parli al cuore, prima di inviare confuse onde sonore ai timpani.

La scuola si agita e dimena caoticamente affidando i suoi lodevoli intenti a maestri, insegnanti ed educatori. Figure professionali varie ed eterogenee per le quali le definizioni si sprecano; le cui intenzioni, tuttavia,  sono talvolta oscure.

Il maestro è colui che, circa un dato argomento sa di più, sa molto. E si presume che possa trasmettere ad altri questo suo sapere. Si occupa di prima istruzione.
L'insegnante  è il maestro che lascia o imprime un segno, presumo nel discente. Auspicabilmente, anche questo però bisogna solo presumerlo, un segno favorevole, utile alla crescita, alla consapevolezza; che allieti e fortifichi la vita e non la mortifichi.
Infine, l'educatore è quel tipo di persona che ti conduce fuori: immagino dai limiti personali, dalle ristrettezze dovute all'ignoranza, dall'inconsapevole esistenza... L'educatore, almeno ai miei occhi, è guida e scout: fa con te lo stesso viaggio, sulla stessa strada. Vuole mostrarti e condurti a un posto stupendo ma ti dice anche che scarpe dovrai mettere, come dovrai superare certi passaggi, quando dovrai riposare e quando invece farai meglio a stringere i denti.

Ricordo, forse male, un aneddoto circa Michelangelo.
A chi gli aveva chiesto come facesse a creare così belle sculture dal marmo, lui rispondeva che suo compito era solo trovare la forma nella sostanza,  tirar fuori l'opera che era già nella materia.

Come educatore mi sono sempre posto come regola prima quella di non ferire la maestosità che la vita aveva posto, generosamente,  tra le mie mani; di non spegnere - con una parola, uno sguardo inopportuno, una disattenzione - quella speciale luce che è sempre presente in ciascuno di noi.

Caro maestro, gentile insegnate... quanta inutile sofferenza disseminate facendola passare per scienza e conoscenza. Quanto siete distratti, disattenti, noncuranti. Quanta presunzione nei vostri atteggiamenti . Quante volte vi manca il senso della misura, il giudizio, l'equanimità.
Forse - affranti, frustrati, demotivati, inconsapevoli, alteri e distanti -  dovreste soffermarvi di più a scrutare negli occhi dei ragazzi che vi sono affidati. Forse , ciascuno di essi dovrebbe essere per voi qualcosa di più che una testa da infarcire: sarebbe bello pensare che, ognuno, è per voi un cuore incerto che ancora  non sa, ancora non comprende,  ancora non osa venir fuori.
Ma lo farà, certamente. Specie se potrà contare su figure professionali attente e illuminate.

Caro maestro, gentile insegnate ... le auguro un felice Natale con l'augurio sincero di poter essere, nella sua difficile e importante missione di educatore, un po' vento autunnale, un po' neve e rondine.
Capace di parlare al cuore.
O, almeno, capace di non ferire mortalmente i cuori che le sono affidati.
In tal caso, anche il mio Natale sarà un giorno migliore.

;-)

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E ai gentili amici di Ispido Café, buon Natale a voi tutti.
Siate sereni.

:-D



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