Quand’ero bambina, mi svegliavo quasi tutte le mattine trovando una giornata
di sole, un cielo terso e le onde verde-blu dell’Oceano Atlantico lì vicino. Questa
era Miami negli anni Cinquanta e Sessanta – prima di Disney World, prima
che la meraviglia Déco di South Beach venisse restaurata, all’epoca in cui parlando
di “invasione cubana” si intendeva poche centinaia di persone terrorizzate
a bordo di imbarcazioni di fortuna, non un movimento culturale di proporzioni
sismiche. Per lo più, Miami era il posto dove venivano a passare l’inverno i newyorkesi
infreddoliti, dove erano arrivati (separatamente) i miei genitori dalla East
Coast, dopo la II guerra mondiale, e dove si erano conosciuti il primo giorno di
college di mia madre alla University of Florida a Gainesville.
Ogni famiglia ha la sua mitologia, le storie fantastiche che ci legano gli uni
agli altri – il marito alla moglie, i genitori al figlio, i fratelli tra loro. Etnicità,
cibi preferiti, l’album dei ricordi o il baule di legno in soffitta, o quella volta
che la nonna disse quella cosa, o quando zio Fred partì per la guerra e non tornò
mai più… Per noi – per me e per i miei fratelli – la prima storia che ci venne
raccontata fu che tra i nostri genitori fu amore a prima vista.
incipit tratto da
Un castello di sabbia
di
Elyn R. Saks
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