Le porte (portoni, portacce...) che mi è capitato di fotografare sono quasi sempre chiuse da tempo, chissà perché. Sembrano scampate e sopravvissute ad esodi di intere famiglie e alle loro quotidiane disgregazioni.
Talvolta, invece, sembra che stiano custodendo una vita che non mi è dato di conoscere e toccare; sono porte chiuse anch'esse ma che non danno l'impressione di essere sbarrate, inchiavardate rigidamente sui cardini: sono solo silenti e discrete, limite tutelare di un patrimonio che, giustamente, si vuole preservato, tenuto dentro a dispetto di quanto si aggira per i vicoli di questo mondo.
Ve ne sono poi altre, chiuse anch'esse queste porte, ma a loro maniera parlanti.
E' una chiusura che vuole comunicare, che ha da dire, desidera notificare o fare richiesta senza tuttavia mettersi in piazza o esporsi o chiamarsi in causa ogni santa volta che fosse richiesto.
Piuttosto, una volta e basta. Una volta per tutte.
Piuttosto, una volta e basta. Una volta per tutte.
Porte prudenti, che hanno capito tutto della vita: vinci se ti comprometti il meno possibile.
Con la dovuta gentilezza - si capisce - ma il messaggio è chiaro e tondo.
Non si può equivocare e fare i tonti.
Non si può equivocare e fare i tonti.
A me , questa particolare porta chiusa, ha ricordato tanto quell'umore abbastanza tetro e fastidioso che è simile alla collera e all'ira che si ha contro qualcuno per una mancanza o un'offesa ricevuta, ed è meno nobile dello sdegno: il corruccio.
Un po' più pensoso del broncio forse, ma per fortuna meno intenso del rovello, che scava dentro e logora col tempo. Il corruccio, questa porta parlante, vuole dire qualcosa ma non nelle forme comuni, come usualmente si fa, aprendo l'uscio, scendendo nel vicolo...: affida le sue parole alle forme non verbali di risentimento e le sue istanze a fredde, impersonali e formali espressioni di disappunto.
Un po' più pensoso del broncio forse, ma per fortuna meno intenso del rovello, che scava dentro e logora col tempo. Il corruccio, questa porta parlante, vuole dire qualcosa ma non nelle forme comuni, come usualmente si fa, aprendo l'uscio, scendendo nel vicolo...: affida le sue parole alle forme non verbali di risentimento e le sue istanze a fredde, impersonali e formali espressioni di disappunto.
Gentilezza sì, ma amara.
Tacita minaccia, tutto sommato.
Tacita minaccia, tutto sommato.
Con questa minima riflessione sulle tante porte chiuse - e, a loro modo, parlanti - che tutti noi incontriamo nella vita, vi auguro un sereno fine settimana e prometto: per un po' niente più usci e botteghe!
;-D
un abbraccio
Sono attratta anch'io dalle porte e dai portoni. Hanno un fascino tutto loro, soprattutto se sono sgangherati.
RispondiEliminaCredo che sia il fascino del tempo che passa e lascia impronte pesanti su ogni cosa. Conosco persone immalinconite da questa consapevolezza ma, a mio parere, esasperano con le loro valutazioni alcuni aspetti della vita che andrebbero colti con più leggerezza e con animo grato.
RispondiElimina;-)