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Liste (ma parliamo d'altro!)


Cose deludenti
Un cane che latra durante il giorno. Una rete di bambù lasciata nel fiume fino a primavera. Una veste color prugna indossata nel terzo o nel quarto mese. Un bovaro che non tenga ai suoi buoi...

Cose appartenenti al passato e che ci ispirano nostalgia
Ornamenti di altee appassite. Gli oggetti del gioco delle bambole. Trovare in un libro, schiacciati tra le pagine, lembi di vesti di un tempo...

E poi ...

" I mari più attraenti sono il mare d'Acqua, il mare della Bontà, il mare Riva di Fiume...".

"Le montagne più belle sono : la Tenebrosa, la montagna delle Querce, quella dei Tre Cappelli, l'Impenetrabile, l'Indimenticabile, la montagna del Pino Solitario. Stupenda è la montagna dell'Alba Oscura, se contemplata da lontano"

Cose che dovrebbero essere vicine ma sono realmente lontane
Il paradiso, i viaggi per mare, i rapporti umani.




Se è vero che gli uomini hanno sempre avuto bisogno di consegnare al mondo una qualche traccia della propria esistenza, non si può che constatare che il segno grafico - non importa se in forma di pittura rupestre, pittogramma o grafema -  ha rappresentato la forma di traccia più immediata per fermare il flusso dei pensieri in qualcosa di trasmissibile nel tempo: un'immagine, uno scritto.
Talvolta, almeno per quanto concerne la scrittura, l'impeto prepotente delle sensazioni e delle emozioni che si vorrebbero comunicare, impone stili volti alla sintesi estrema, al compendio, all'elencazione pura e semplice che sfocia nel diario intimo, personale.

Lo Zibaldone di Leopardi, per esempio, rappresenta proprio una raccolta di pensieri, considerazioni, riflessioni sui più disparati temi. Tanto disparati e corposi (4526 pagine scritte a partire dai suoi 19 anni per i successivi 15 anni) che lo stesso Leopardi ebbe bisogno poi di allegare un indice tematico: Amore, Amor proprio, Antichi, Doveri morali...

Altre volte è la cronaca intima quotidiana che ispira il bisogno di scrivere. Proprio come fa Cesare Pavese nel suo diario (poi divenuto Il mestiere di vivere):

21 marzo
Giornata dura. Situazione internazionale, situazione italiana di latente guerra civile, voci varie di reazione atomica a catena per aprile. Tutto tende a separami da lei...
22 marzo
Nulla. Non scrive nulla. Potrebbe esser morta... Quante cose non le ho detto... Oh dio, fammela ritrovare ...
25 marzo
Non ci si uccide per amore di una donna. Ci si uccide perché un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla.

E poi, nell'ultima pagina del diario di Cesare Pavese, si legge:

18 agosto
Non parole. Un gesto. Non scriverò più.

Il 27 agosto del 1950  lo trovarono nella stanza dell'albergo Roma. Sul tavolo il suo libro Dialoghi con Leucò. Sulla prima pagina trovarono scritto "Perdono tutti e a tutti chiedo perdono". All'interno del libro un foglietto con alcune frasi scritte da Pavese; una è tratta dal libro : "L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia; le altre dai suoi diari : "Ho lavorato, ho dato poesia agli uomini, ho condiviso le pene di molti" e " Ho cercato me stesso".

Lo sentite il segno? Sembra quasi un graffio. E quanto è distante questo segno da quell'altro, più antico, della cortigiana Sei Shonagon (vissuta durante il periodo Heian, circa verso l'anno 1000) che scrive le sue "note per mitigare la noia di una vacanza a casa... Ho voluto fermare quel che i miei occhi hanno veduto e che il mio cuore ha sentito, e ho finito per riempire i miei diari di moltissime cose bizzarre, memorie e altro..."

In realtà, avrei voluto parlare solo di lei e delle sue infinite liste : di cose piacevoli, disarmoniche, brutte e luride, belle se grandi, davvero antipatiche, che procurano un caldo soffocante, che dovrebbero essere corte, che fanno bella figura nella casa...
Perché mi ero chiesto se fosse vero che " compilare elenchi di ricordi, sogni, gusti personali, andare alla ricerca dei tesori nascosti nel proprio intimo, della propria forza creativa, delle illusioni perdute, far riemergere gli innumerevoli frammenti del proprio io fino a quel momento dispersi o ignorati, affinare i sensi, riorganizzarsi, riflettere, evolversi, apprezzare il silenzio e la solitudine, semplificarsi la vita ma anche valorizzarla: ecco cosa ci permettono di fare le liste."(1)

Naturalmente mi sono dilungato in altro e di liste non ho parlato per nulla. Mi piaceva però l'idea di poter ricordare la bella e intelligente, arguta, Sei Shonagon, autrice del libro Note del guanciale : fu una donna che precorse i tempi. Amata e poi detestata. Scrisse tra l'altro:

Cose che procurano felicità
Trovare una lunga pila di storie che non abbiamo letto. O scovare l'attesissimo secondo volume di una storia di cui abbiamo apprezzato la prima parte. Sovente, però, si rivela una delusione.
Raccogliere i pezzi di una lettera che qualcuno ha stracciato e gettato via, e accorgersi che molti di essi si possono ricomporre insieme.
Sono molto felice quando vengo in possesso di carta Michinoku, o di carta bianca decorata, o anche di carta normale se è bianca e bella.

Cose odiose
Un ospite che viene a importunarci con un lungo discorso, quando abbiamo fretta.
Accorgersi che al bastoncino d'inchiostro si è attaccato un capello.
Gli anziani in visita che, prima d'inginocchiarsi, sentono il bisogno di sventolare con il ventaglio il cuscino per liberarlo dall'eventuale polvere.
Invidiare gli altri e compiangere se stessi. Parlar male del prossimo. Com'è odioso!
Un cane che latra scoprendo un nostro ammiratore venuto a un appuntamento segreto. Vorremmo ucciderlo.
Quando, a letto, siamo sul punto di addormentarci e un ronzio ci avverte che è arrivata una zanzara. Sentiamo la fastidiosa arietta sollevata dalle sue ali...
Le persone che si mettono in evidenza.
Non sopporto quelli che aprono le porte senza poi preoccuparsi di richiuderle.

:-)

A proposito... lo stile di Sei Shonagon inaugurò un genere letterario noto come  zuihitsu ("seguendo il pennello").



(1) Dominique Loreau, in "L'arte delle liste"

2 commenti:

  1. "Quando, a letto, siamo sul punto di addormentarci e un ronzio ci avverte che è arrivata una zanzara. Sentiamo la fastidiosa arietta sollevata dalle sue ali..." ahahah questa mi ricorda molto qualcuno che in forse fra un momento mi leggerà ;0)

    Ciao Ispido, mi piace molto la nuova foto della home page.

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  2. Ciao Daffo, bentornata. Se la zanzara ti ha fatto sorridere, come è successo anche me, pensa a questa frase nella stessa lista : "Odiosissime sono le pulci, soprattutto quando saltellano sotto le vesti di seta sollevandole leggermente". Immagino un ribollire di pulci :-))

    Mi fa molto piacere che la foto ti piaccia: ho ripreso recentemente a scattare qua e là. Qualche scatto è finito nel nuovo album.
    Spero di rileggerti presto
    ;-)
    un abbraccio

    RispondiElimina