Sotto le rosse mura di Parigi era schierato l'esercito di Francia. Carlomagno doveva passare in rivista i paladini. Già da più di tre ore erano lì; faceva caldo; era un pomeriggio di prima estate, un po' coperto, nuvoloso; nelle armature si bolliva come in pentole tenute a fuoco lento. Non è detto che qualcuno in quell'immobile fila di cavalieri già non avesse perso i sensi o non si fosse assopito, ma l'armatura li reggeva impettiti in sella tutti a un modo. D'un tratto, tre squilli di tromba: le piume dei cimieri sussultarono nell'aria ferma come a uno sbuffo di vento, e tacque subito quella specie di mugghio marino che s'era sentito fin qui, ed era, si vede, un russare di guerrieri incupito dalle gole metalliche degli elmi. Finalmente ecco, lo scorsero che avanzava laggiù in fondo, Carlomagno, su un cavallo che pareva più grande del naturale, con la barba sul petto, le mani sul pomo della sella. Regna e guerreggia, guerreggia e regna, dài e dài, pareva un po' invecchiato, dall'ultima volta che l'avevano visto quei guerrieri.
Fermava il cavallo a ogni ufficiale e si voltava a guardarlo dal su in giù. - E chi siete voi, paladino di Francia?
- Salomon di Bretagna, sire! - rispondeva quello a tutta voce, alzando la celata e scoprendo il viso accalorato; e aggiungeva qualche notizia pratica, come sarebbe : - Cinquemila cavalieri, tremilacinquecento fanti, milleottocento i servizi, cinque anni di campagna.
- Sotto coi brètoni, paladino! - diceva Carlo, e toctoc, toc toc, se ne arrivava a un altro capo di squadrone.
- Ecchisietevòi, paladino di Francia? - riattaccava.
- Ulivieri di Vienna, sire! - scandivano le labbra appena la griglia dell'elmo s'era sollevata. E lì - Tremila cavalieri scelti, settemila la truppa, venti macchine da assedio. Vincitore del pagano Fierabraccia per grazia di Dio e gloria di Carlo re dei Franchi!
- Ben fatto, bravo il viennese, - diceva Carlomagno, e agli ufficiali del seguito : - Magrolini quei cavalli, aumentategli la biada - . E andava avanti: - Ecchisietevòi, paladino di Francia? - ripeteva, sempre con la stessa cadenza : "Tàtta tatatài tàta tàtatatàta ... "
Incipit tratto da
Il cavaliere inesistente
di Italo Calvino
Ben ritrovato cavaliere Ispido ;=)) che bella la foto sopra
RispondiEliminaserena notte
Ciao viola carissima :-D
RispondiEliminala "bella foto" (grazie) rimane nei miei Scatti distratti 2015. E' da un po' che cambio con una certa frequenza le immagini di intestazione. Questa con il piccolo ape car non mi dispiace.
notte da bei sogni anche a te
;-)