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Il colonnello Chabert


Uno studio di avvocato

" Ancora! Ancora la nostra vecchia palandrana!"
Questa esclamazione era sfuggita a un giovane scrivano, di quelli che negli studi di avvocato vengono abitualmente chiamati "galoppini", mentre addentava un pezzo di pane in un accesso di buon appetito: ne prese poi una mollica per farne una sorta di pallottola che lanciò allegramente dalla finestra a cui era appoggiato. La pallina di pane ben diretta, rimbalzò in aria dopo aver colpito il cappello di uno sconosciuto che stava attraversando il cortile di una casa di rue Vivienne, proprio dove abitava l'avvocato Derville.
"Su, andiamo,Simonnin, lasciate in pace il prossimo se non volete che vi metta alla porta. Un cliente, anche quando è povero, è pur sempre un essere umano, diavolo!", lo redarguì lo scrivano capo interrompendo il conteggio di una nota-spese.
Il galoppino è in generale un ragazzotto di tredici o quattordici anni, proprio come Simonnin, che, negli studi legali è agli ordini diretti dello scrivano capo delle cui commissioni personali e delle cui letterine amorose deve occuparsi anche quando va a recapitare le notifiche degli uscieri o i ricorsi ai tribunali. Se per carattere ricorda molto i monelli parigini, per le mansioni che deve svolgere fa parte del mondo del Cavillo. "

- Il colonnello Chabert -
(Honoré de Balzac)

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Il tema del ritorno non è infrequente tanto nella letteratura che nel cinema.
Ulisse è forse l'antesignano di tutti i colonnelli Chabert, degli uomini perduti e poi ritrovati.
Anche se a dirla tutta, Chabert non è tanto uno che venga ritrovato: se non si fosse presentato allo studio di Derville per esigere il proprio, nessuno lo avrebbe atteso o men che meno cercato; per quanto, nella sua vita prima, fosse stimato e considerato, è lo stesso colonnello redivivo a scoprire che il mondo può fare a meno di lui. E al mondo c'è chi in questo riesce bene più degli altri: sua moglie.

Chabert è quello che si sottrae alla morte, aggrappandosi alla vita con i denti;  nello stesso tempo non si può del tutto dire che sia vivo un uomo di cui il mondo intero si è dimenticato.
La tragedia di Chabert è quella di un uomo per il quale nessuno ha sperato un ritorno.
Nessuno l'ha atteso. Nessuno l'ha cercato. Nessuno lo ha creduto vivo. Nessuno è più disposto a credere che Chabert sia se stesso, semplicemente Chabert!
Il mondo coltiva la dimenticanza , non riuscendo a tollerare il peso della responsabilità.

:-)
buona giornata


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