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Richard Feynman : GENIO

Niente è sicuro. Questo messaggio di speranza venne inviato ad un sanatorio di Albuquerque dal mondo segreto di Los Alamos. La nostra è una vita fatata.
In seguito, i demoni avrebbero tormentato gli ideatori della bomba. J. Robert Oppenheimer parlò a lungo della sua anima ottenebrata, ed altri fisici iniziarono ad avvertire un forte disagio per aver rimesso nelle mani dell'umanità il potere di autodistruggersi. Richard Feynman, più giovane e oberato da minori responsabilità, pativa un dolore di natura più privata. Egli sentiva di possedere un tipo di conoscenza che lo estraniava dal resto del mondo. Soffriva all'idea che la gente comune conducesse la propria vita quotidiana completamente ignara dell'apocalisse nucleare che la scienza aveva riservato loro. Perché progettare e costruire strade e ponti destinati a durare un secolo? Se solo essi avessero saputo ciò che lui sapeva,non se ne sarebbero certo curati tanto. La guerra era finita, si apriva una nuova era della scienza, e lui stava male. Per un pò non riuscì quasi a lavorare. Di giorno era un giovane ed eccitabile professore della Cornell University, di notte un giovane assetato d'amore che passava dalle serate fra matricole ( in cui le ragazze sgattaiolavano via da questo ballerino dinoccolato che andava dicendo di essere uno scienziato e di aver costruito la bomba atomica) a bar e bordelli. Nel frattempo, i nuovi colleghi, giovani fisici e matematici della stessa età che lo vedevano per la prima volta, ne ricavavano subito un'impressione ben precisa : "mezzo genio e mezzo pagliaccio", come Freeman Dyson, egli stesso un prodigio in erba, aveva scritto ai suoi genitori in Inghilterra. Dyson restò molto impressionato da questo americano chiassoso, suadente e traboccante di energia. Gli ci volle un pò per capre con quale ossessività il suo nuovo amico procedesse verso il cuore stesso della scienza moderna.

tratto da GENIO, La vita e la scienza di Richard Feynman
di James Gleick

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