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Il postino di Neruda


" Nel giugno 1969 due motivi, tanto fortunati quanto banali, indussero Mario Jiménez a cambiare mestiere. Primo, la sua disaffezione per le fatiche della pesca, che lo buttavano giù dal letto prima dell'alba, quasi sempre mentre sognava di audaci amori impersonati da eroine ardenti simili a quelle che vedeva sullo schermo del cinematografo di San Antonio. Questo talento, unito alla conseguente simpatia per i raffreddori, reali o finti, mediante i quali si sottraeva un giorno sì e uno no alla preparazione dell'attrezzatura della barca di suo padre, gli permetteva di crogiolarsi sotto le nutrite coltri cilene, perfezionando i suoi idilli onirici, finché il pescatore José Jiménez tornava dall'alto mare inzuppato e affamato, ed egli mitigava il suo complesso di colpa imbandendo una colazione di pane croccante, chiassose insalate di pomodoro con cipolla, più prezzemolo e coriandolo, e una drammatica aspirina che inghiottiva quando il sarcasmo del genitore gli penetrava fino alle ossa. "

Il postino di Neruda
(Antonio Skàrmeta)

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Il poco che ho da segnalarvi lo aggiungo di seguito.
Le consuete citabila

;-)





  Il postino inopportuno
In realtà, per un paio di mesi Mario provò l'inevitabile sensazione, ogni volta che suonava il campanello, di assassinare l'ispirazione del poeta proprio quando era sul punto di incorrere in un verso geniale

La metafora
- E perché, se è una cosa così semplice, ha un nome così complicato?
- Perché gli uomini non hanno nulla a che vedere con la semplicità o la complessità delle cose. Secondo la tua teoria, una cosa piccola che vola non dovrebbe avere un nome lungo come farfalla. Pensa che elefante ha lo stesso numero di lettere di farfalla, ed è molto più grande e non vola

(dialogo tra Mario e Neruda)


Il mare ed io

Tutto ciò che nel mare era eloquenza, in lui fu mutismo.
Una così risoluta afonia che al paragone persino le pietre gli parvero logorroiche.


Senza alcuna speranza

... la ragazza si scostò e il suo sorriso ironico lasciò il braccio di lui sospeso in aria, come in un buffo brindisi per festeggiare senza bicchiere e senza champagne un amore che mai si sarebbe realizzato.

Che rabbia non essere amati

... si disse con rabbia che il gioco proposto da quella pallida ragazza di paese sarebbe stato:
a) più triste che ballare con la propria sorella
b) più noioso di una domenica senza calcio, e
c) divertente come una corsa di lumache


Ritratto a matita di Pablo Neftalì Jimènez Gonzàlez

Un anno dopo la nascita, Pablo Neftalì non solo si dimostrava assai abile nel fugare gabbiani, come aveva profetizzato il suo poeticissimo padrino, ma esibiva una curiosa erudizione in fatto di incidenti. Si inerpicava sugli scogli col passo molle e rapido dei gatti, che egli però imitava solo fino a quel punto, per poi rovinare nell'oceano, infilzandosi le natiche sui banchi di ricci, lasciandosi pinzare le dita dai granchi, scorticandosi il naso sulle stelle di mare, inghiottendo tanta acqua salata, che nel giro di tre mesi fu dato tre volte per morto.

Ritratto a matita di Pablo Neftalì Jimènez Gonzàlez (2)

Secondo la scheda del dottor Giorgio Solimano, fino all'agosto 1973 il giovane Pablo Neftalì era incorso nelle seguenti infermità: rosolia, morbillo, scarlattina, bronchite, enterogastrite, tonsillite, faringite, colite, slogatura della caviglia, spostamento del setto nasale, contusioni alla tibia, trauma cranico, ustione di secondo grado sul braccio destro per aver tentato di ripescare la gallina castigliana da una pentola ...

La funzione della testa in dittatura

D'ora in avanti possiamo usare la testa solo per portare il berretto

(Mario al soldato di Pinochet)


Portano via tutto ...

Cosa mi vuoi nascondere? Forse quando aprirò la finestra non ci sarà più il mare? Si sono presi anche quello? Anche quello messo in gabbia?

(Neruda a Mario)


Buon fine settimana
;-)

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