Cap. I
La situazione politico-sociale nel secondo dopoguerra
"Caduto il fascismo nel luglio 1943 e ricostituitosi i partiti antifascisti nei Comitati di liberazione nazionale nel gennaio 1944 a Bari, anche Andria respirò la nuova "aria" democratica, con una lotta politica e sindacale così violenta ed intransigente, per le gravi differenze economiche tra classi sociali, che sfociò, purtroppo, in drammatiche e sanguinose rivolte.
In questo clima si riricostituirono le leghe contadine, le camere del Lavoro e i partiti politici. I frutti amari di una guerra perduta sono ben noti: il ritorno in patria degli ex-combattenti, degli ex-prigionieri e degli invalidi di guerra alla ricerca di una qualsiasi occupazione;la grave crisi degli alloggi, per quattro anni di blocco edilizio e sospensione degli sfratti;la grave carenza alimentare, i cui beni di prima necessità erano ancora distribuiti con la "tessera annonaria" , o venduti ad altissimo prezzo alla "borsa nera";scarsi e costosissimi i generi alimentari, e in particolare l'abbigliamento;reso irrisorio il recupero dei titoli di Stato, acquistati per aiutare la Patria in guerra;distrutti i risparmi, faticosamente realizzati prima della guerra, a causa della voragine inflattiva. Difficile la situazione sociale: da una parte la massa bracciantiledisoccupata, a cui si aggiungevano gli artigiani con scarsissimi guadagni, la classe impiegatizia con stipendi divenuti irrisori per l'inflazione, dall'altra i ricchi proprietari terrieri, che poco avevano rischiato a causa della guerra, e coloro che avevano approfittato, con il contrabando o con l'aumento vertiginoso dei prezzi, per arricchirsi alle spalle dei più deboli."
tratto da
La lotta politica e sociale ad Andria e i tumulti popolari del 1945 e 1946
di Pietro Petrarolo
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