" Io e Anna viviamo una relazione del 2003.
Questo è il sole, e queste le stelle.
Questi siamo noi quando mangiamo, quando ci raccontiamo le storie nella nostra testa.
Io sono nato nel 1965. Anna è nata nel 1971.
Questo era il sole. Il suo gatto. I suoi genitori.
E' andata via di casa a 16 anni.
Ha vissuto qui, e qui, e qui, e qui.
Ha avuto tre relazioni serie. Li ha sempre lasciati lei.
Io ho avuto quattro relazioni serie. Anch'io le ho lasciate tutte.
Ho lasciato finire le storie.
Non abbiamo vissuto questa guerra.
Non abbiamo dovuto nasconderci per fare sesso.
La nostra fortuna ci ha permesso di provare una tristezza che i nostri genitori non hanno avuto il tempo di provare, e una felicità che non ho mai visto in loro.
Non sapevamo come erano nate le storie nella nostra testa, ma a volte smettono di ronzare e riesco a vedere gli occhi di Anna nel 2003. Le sue orecchie. I suoi piedi.
Questo è quando dice " Ti amo" nel 2003.
Questo è quando piange. Quando mi dice che c'è sempre una nuova stanza vuota che l'aspetta.
Questo la faceva sentire libera.
Ora la fa sentire il contrario di libera."
- - -
" Quando fai quella telefonata, hai meno di un'ora prima che arrivino due uomini e mettano il corpo in una busta. Si fanno pagare millequattrocentottantacinque dollari per la cremazione e ti consegnano le ceneri in un piccolo contenitore di metallo grande come un barattolo di burro di arachidi.
Ti servirà il certificato di morte.
Dovrai fare delle fotocopie e spedirle per disdire le carte di credito, il contratto telefonico, le utenze, l'iscrizione in palestra, tutte le polizze assicurative, il mutuo.
Per pagare le tasse.
Farai recapitare tutta la sua posta al tuo indirizzo.
Scriverai un necrologio. Lo farai pubblicare sul giornale con una foto per due dollari a parola.
Ti chiederai se va bene.
Butterai via un sacco di roba.
Ti porterai un sacco di roba su, a casa.
Questa è la foto che mia madre teneva in camera da letto.
Quando ero piccolo pensavo che fosse il mio braccio che le dava le margherite.
Ora faccio un nuovo errore: penso che sia il braccio di mia madre a darmi le margherite.
E dice : " Tieni. Qui tutto è semplice e felice. E' quello che volevo darti."
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" Quando fai quella telefonata, hai meno di un'ora prima che arrivino due uomini e mettano il corpo in una busta. Si fanno pagare millequattrocentottantacinque dollari per la cremazione e ti consegnano le ceneri in un piccolo contenitore di metallo grande come un barattolo di burro di arachidi.
Ti servirà il certificato di morte.
Dovrai fare delle fotocopie e spedirle per disdire le carte di credito, il contratto telefonico, le utenze, l'iscrizione in palestra, tutte le polizze assicurative, il mutuo.
Per pagare le tasse.
Farai recapitare tutta la sua posta al tuo indirizzo.
Scriverai un necrologio. Lo farai pubblicare sul giornale con una foto per due dollari a parola.
Ti chiederai se va bene.
Butterai via un sacco di roba.
Ti porterai un sacco di roba su, a casa.
Questa è la foto che mia madre teneva in camera da letto.
Quando ero piccolo pensavo che fosse il mio braccio che le dava le margherite.
Ora faccio un nuovo errore: penso che sia il braccio di mia madre a darmi le margherite.
E dice : " Tieni. Qui tutto è semplice e felice. E' quello che volevo darti."
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Ultimo film dell'anno, per me.
Ultimo incontro con la poesia.
Una frase che vorrei sentire più volte nell'arco dell'anno:
" Sii felice per me"
Una frase che vorrei sentire più volte nell'arco dell'anno:
" Sii felice per me"
Un grande abbraccio a tutti.
;-)