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L'albero della vita

" L'uomo è l'unico essere vivente insoddisfatto della sua natura. Lo è sempre stato, anche nel più remoto passato, tant'è vero che ha immaginato degli esseri immortali e felici: gli dei. Solo chi è fragile, infelice, mortale, e non vuol esserlo, può immaginare qualcuno che non lo è e considerarlo più reale di se stesso. Gli dei sono sempre stati ciò che l'uomo sentiva che avrebbe dovuto essere, la parte più profonda, più vera, più nobile di sé. Per pensare a se stesso, l'uomo ha dovuto sdoppiarsi: da un lato il suo io, miserabile e mortale, e dall'altro la divinità. Questa sua natura mortale l'uomo non l'ha mai accettata completamente anche se l'ha subita, se ha cercato, in ogni modo, di farsene una ragione, di darsi una spiegazione di ciò che "gli è successo" venendo al mondo, intelligentissimo e fragile, capace di pensare ad un tempo infinito e, nel contempo, condannato alla vecchiaia e alla morte.
L'uomo si è accorto subito che la sua vita è, rispetto a ciò che egli può immaginare, incredibilmente breve, addirittura qualche cosa di assurdo, uno "scherzo di natura". Noi siamo abituati ai lamenti dei poeti e dei filosofi sul tempo che fugge, che vola in un attimo, alla vita che sembra trascorsa in un istante, da considerarle cose banali e noiose. ma spesso ciò che è veramente importante è proprio ciò che è più ovvio, più risaputo, più banale. Se, da che mondo è mondo, gli uomini si sono sempre lamentati della brevità della loro vita, se hanno continuamente ripetuto che questa vita è un istante e niente più, vuol dire che questa è un'esperienza fondamentale, essenziale, primordiale e ricorrente. Noi non possiamo considerarla come un errore, o un lamento, o una esagerazione. Se c'è vuol dire che ha una ragione ed una ragione profonda. Questo è il nostro punto di partenza: l'uomo è insoddisfatto della sua natura ed ha una ragione per esserlo, una ragione importante. "

Incipit da:
L'ALBERO DELLA VITA
di Francesco Alberoni


N.B.: Da questo post, cercherò, potendo, di allegare le copertine dei libri da cui traggo i miei incipit, dal momento che credo che un libro parli di sé ancor prima di essere aperto. Come potete vedere, questo è un libro che ho molto letto, molto sottolineato e molto amato. Uno dei miei primissimi libri "formativi".

Ciao
;-)

World on Fire


Banale, non credibile, ingenuo.
Per fortuna adesso lo so!
Gary Dourdan ce la mette tutta e alla fine riesce a salvare sua moglie.
Il film, invece, non riesce a salvarlo nemmeno lui.

°/5

The American


Clooney riveste i panni di un killer molto abile nella fabbricazione di armi ad alta precisione.
Il film è un pò melodrammatico. Ambientato tra Svezia e Italia (Abruzzo) ... ma non so ben capire in quale Italia, forse nella consueta Italia vista dagli americani, piena di stereotipi datati.
Felice di apprendere che la produzione di questo film ha comunque giovato, indirettamente, alla gente di Abruzzo.

**/5

The Road


La pioggia post-nucleare scolora il mondo, cancella il volo degli uccelli, abbatte gli alberi.
La crudeltà umana riaffiora e regna sovrana.
Un padre e suo figlio. Un padre che cammina al fianco dell'ultimo suo dio.
Una strada che potrebbe condurli a sud, finalmente verso altri uomini che portano anch'essi acceso dentro di sé un fuoco umano.
 Ma c'è poco tempo per insegnare.
Poco tempo per imparare.

Cupo. Ossessivo.

" Non ti può succedere niente. Ci sono io a proteggerti. Ammazzerò chiunque provi a toccarti.
E' questo il mio compito!"

***/5