Persino la violenza è un'espressione, certo inadeguata, della sofferenza: se vuoi capire la violenza devi sapere cos'è la paura e cosa il dolore. Il dolore dentro di me, il dolore che si nasconde dentro di te e che colpisce all'improvviso oscurando la speranza.
Non mi riferisco al dolore fisico, ma a quel dolore che si lega all'esistenza, alla fatica di vivere. Un male che va oltre la fisicità e si riferisce all'Io, all'unità della nostra persona, e che può far soffrire talmente tanto da soffocare in noi il desiderio di vivere. Allora il dolore assume il volto della morte e si vuole che tutto termini, che sparisca anche quel senso di inadeguatezza che ci fa sentire dei mostri.
Ma non voglio che questa lettera sia triste o troppo malinconica, vorrei che tu provassi qualche volta a esercitarti in questa traduzione del dolore e, sotto la superficie dei conflitti, delle baruffe quotidiane, cercassi di scorgere il dolore. Chiedendoti se non sia proprio lui il protagonista di quella ennesima storia di dissapore o addirittura di odio.
Lettera a un adolescente
di Vittorino Andreoli
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Motivare i giovani e instradarli verso quello che piace loro, è un modo per avere un giorno persone sane e felici... un mondo migliore insomma :0)
RispondiEliminaSo che saresti ( e certamente lo sei nel tuo ambito specifico) un'ottima "educatrice" (nel senso etimologico di colei che porta alla luce, che tira fuori, che guida verso se stessi) ma, daffo, non puoi immaginare gli sforzi, anche eroici, anche irriducibili che si sostengono per ricordare a questi ragazzi ciò che non devono mai dimenticare: di essere luce del mondo, di essere vivi e felici istante per istante. Guardano altrove.
RispondiElimina;-)