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Salve a tutti,
mi chiamo Davide. Si, sono il ragazzo che molto spesso mio padre citava quando si trattava di scuola o altre cose che interessavano maggiormente me e lui, come il karate.

Non mi sembra corretto non informarvi di quello che è successo, anche perché, da come ne parlava mio padre, sembrava essersi creata una vera e propria famiglia, un gruppo dove ci si scambiano opinioni e pensieri. In questi giorni, come avete avuto modo di notare, non è stato pubblicato niente. Il 21 luglio, intorno alle 20:30, mio padre è stato portato d'urgenza in ospedale per un'emorragia cerebrale. Appena entrato in ospedale si è addormentato, trovandosi in un coma durato nove giorni circa. La notte tra l'uno e il due agosto mio padre si è spento completamente. Sarei un falso se vi dicessi che, nonostante la sua sparizione, conduco uno stile di vita uguale a quello di prima, mi manca. Sono cose amare quelle che sto scrivendo oggi  ma non ho voglia di tenervi all'oscuro di ciò che è successo. Vorrei condividere con voi il pensiero di mia cugina, spero lo apprezziate.



"Ciao zio,qualche giorno fa mi soffermai sulla definizione di una parola che tu stesso hai condiviso, che tu stesso hai reso preziosa. La parola in questione è "RESILIENZA", hai condiviso la definizione di questa parola che rappresenta la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi dolorosi che la vita ci presenta. La capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità che la vita offre, senza perdere la propria umanità,
Sono sicura che, per quanto doloroso sia abbracciare l'idea che tu, solo fisicamente non ci sia più, sono sicura che ognuno di noi si meraviglierà di quanto presente sarai nelle piccole, grandi bellezze quotidiane che ci hai insegnato a contemplare e rispettare. Il piacere del profumo dell'erba bruciata, il vento, la poesia, la musica, il non fermarsi all'apparenza sono solo alcune, delle semplici verità che tu ci hai trasmesso e saranno quell'opportunità di cui parlavi di restare sensibili e di rincontrarti, di parlarti e ridere ancora insieme. Quando mi è capitato di affezionarmi a qualcuno, un'amica storica o una persona che mi era accanto arrivava sempre il momento in cui le dicevo "sai, vorrei farti conoscere una persona speciale, che mi ha insegnato tanto". E, quando accadeva, lei o lui mi guardava e diceva " si, dovrebbero esserci più anime del genere". Una di quelle persone speciali che risplendono di luce propria di cui parlavi.
Vorrei ringraziarti, per quello che genuinamente e spontaneamente ci hai trasmesso, e che continuerai a trasmetterci. resteremo sensibili, così come tu resterai percepibile in ognuna delle bellezze che ci hai tramandato."